Occhiali speciali, “magici” che permettono ai bambini con disabilità intellettive di vivere a 360° le storie e le avventure che i terapisti che li seguono  raccontano loro ogni giorno per stimolare la loro creatività. Si chiamano “Wildcard” e sono un progetto di realtà virtuale che aiuta i bambini a stimolare l’attenzione e la concentrazione attraverso queste speciali lenti da indossare.

Il progetto è stato sviluppato dal gruppo I3Lab – Innovative Interactive Interfaces presso il Laboratorio Hoc del dipartimento di Elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano.

Non sono dei giocattoli, ma aiutano i bambini a vivere la vita come un gioco, una favola, stimolando soprattutto i piccoli pazienti con autismo, ritardo psicomotorio,disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato, disturbo specifico dell’apprendimento, sindrome di Down, sindrome di Sotos.

Wildcard funziona così: grazie all’effetto delle lenti, i contenuti interattivi presentati nello smartphone vengono percepiti come spazi 3D immersivi, che possono essere esplorati direzionando e fissando lo sguardo. Lo schermo esterno permette ai terapisti di visualizzare ciò che fissano i bimbi. L’applicazione web raccoglie automaticamente i dati relativi alla interazione del bambino, permette ai terapisti di visualizzare i livelli di attenzione e offre la possibilità di modificare vari parametri della storia, per adattarla alle esigenze e alle capacità di ogni soggetto.

Spiega la nota: “Mentre sullo schermo dello smartphone compaiono due scene, sfasate relativamente a ogni occhio, il cervello di chi guarda dentro al visore percepisce una immagine unica, con una visione a 360°, grazie al principio della stereoscopia. La direzione della testa definisce la direzione dello sguardo; il movimento della testa determina un cambio di visuale nello spazio virtuale 3D creando un effetto immersivo. Un oggetto virtuale interattivo si “attiva”, ad esempio si muove, se il focus visivo, evidenziato da un pallino giallo, viene mantenuto sufficientemente a lungo sull’elemento. Sullo schermo digitale esterno appaio le coppie di immagini riprodotte via via sulla app”.

L’applicazione web raccoglie i dati ‘grezzi’ sui movimenti e le interazioni dei utenti trasformandole in informazioni sui livelli di attenzione selettiva e sostenuta che i terapisti possono visualizzare, analizzare e condividere. La stessa applicazione web offre una semplice interfaccia visuale che permettere ai terapisti di cambiare i contenuti visuali delle storie (sfondi, protagonisti, oggetti interattivi) e i parametri di interazione (ad esempio, la durata minima di focus visiva richiesta per l’attivazione di un oggetto interattivo).

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 08-08-2016