[blogo-gallery id=”135893″ layout=”photostory”]

Il mondo dei giocattoli si sta finalmente avvicinando ad una realtà per molti anni elusa e non considerata: quella della disabilità. E lo fa attraverso bambole e pupazzi che possano sensibilizzare tutti al rispetto delle diversità. Lo abbiamo visto qualche giorno fa con Baby Down, la bambola con i tratti somatici tipici di un bambino con la sindrome di Down, ma non solo.

Sulla scia di #toylikeme, la campagna di sensibilizzazione riguardante i bambini diversamente abili che sta raccogliendo adesioni in tutto il mondo, l’azienda inglese Makies ha rilasciato la prima linea di bambole con disabilità.
Le bambole Makies sono realizzate e costruite sulla base di foto di bambini e bambine caricate sul sito dai genitori; inoltre tutte le apparecchiature extra come  protesi, sedie a rotelle, stampelle, pompe per insulina e apparecchi acustici, sono stampate in 3D. L’obiettivo di #toylikeme è quello di vedere rappresentati i 150 milioni di bambini disabili che ci sono al mondo, grandi assenti nell’industria del giocattolo.

Come per Baby Down, anche le Makies hanno diviso l’opinione pubblica: da un lato chi le giudica un buono strumento di inclusione e chi invece vede l’intera campagna come un tentativo di strumentalizzazione della disabilità.  In realtà, lo scopo delle Makies è quello di dare la possibilità ai bambini disabili di giocare con giocattoli che davvero li rappresentino, senza che si sentano obbligati a corrispondere a modelli di bellezza e perfezione imposti dalle industrie del giocattolo.

Credits | Instagram

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 19-01-2016